Max Weber

GUARDA IL VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=rhBAn5o8d1Y&t=873s --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Max Weber (1864-1920) fu un intellettuale di statura eccezionale, storico, filosofo, sociologo, economista: la vastità della sua cultura uguagliò però la profondità dei suoi disturbi psichici e dei suoi conflitti interiori. Questi disturbi e questi conflitti furono generati in parte dalla difficile relazione con la famiglia. Primo di sette figli, nacque in una famiglia protestante di imprenditori di successo. Gli avi di Weber erano stati profughi perseguitati dai cattolici per le proprie credenze protestanti e si erano arricchiti nel corso delle generazioni. Il padre di Weber si dedicava alla politica, la madre aveva al contrario una personalità pia, devota e remissiva e, per influenza famigliare, forse più incline all’idealismo. Nel 1904 fu chiamato all’Università di Saint Louis e viaggiò negli USA per oltre tre mesi: fu qui che elaborò numerose idee che sviluppò successivamente come quelle relative al ruolo delle sette protestanti in ordine al sorgere del capitalismo. Tra il 1905 e il 1906 scrisse importantissimi studi metodologici (raccolti nell’opera “ Il metodo delle scienze storico-sociali”) e pubblicò “L’etica protestante”. Nel 1910 fondò con Toennies e Simmel la Società tedesca di sociologia. Weber convertì il suo iniziale atteggiamento favorevole allo sforzo bellico in uno successivo di frustrazione e disgusto verso la guerra.Essendo tra i fondatori del ricostituito Partito Democratico Tedesco, partecipò ai lavori per la pace di Versailles, contribuendo a stendere la nuova Costituzione tedesca. Dopo la guerra portò a compimento due delle sue opere più significative ovvero la sua “Sociologia della religione” e il suo “Economia e società”. Morì il 14 giugno 1920 a causa di una polmonite sottovalutata: —-------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ETICA PROTESTANTE E SPIRITO DEL CAPITALISMO Weber parte dalla premessa di costruire la sua ricerca sulla base di dati statistici riguardanti l’appartenenza alla confessione protestante sia dei proprietari di capitali, sia degli strati superiori del ceto operaio, sia infine del personale di impresa dotato di maggiori competenze tecniche. Lui stesso è però costretto ad ammettere che tali dati potrebbero essere interpretati anche in modo diverso da quello da lui utilizzato: è infatti un dato noto che certe forme importanti di azienda capitalistica e di modo capitalistico di condurre gli affari siano molto precedenti la Riforma. È vero che il fatto che la partecipazione dei protestanti al possesso di capitali, alla direzione del lavoro ai suoi gradi superiori, nelle grandi imprese industriali e commerciali moderne, sia relativamente molto più forte, ossia superiore alla loro percentuale nella popolazione totale, è dovuto in parte a ragioni storiche, che risalgono ad un lontano passato e per cui l'appartenenza a una certa confessione non appare come causa di fenomeni economici ma, fino a un certo grado, come loro conseguenza. Weber era comunque convinto di poter legare la caduta del tradizionalismo economico alla caduta del dominio fino ad allora posseduto dalla Chiesa cattolica nelle sfere dell’esistenza domestica e pubblica , anche nei paesi economicamente più avanzati. Mette quindi in risalto fatti come la maggior percentuale di cattolici che concludono i loro studi presso i licei classici rispetto alla maggior percentuale dei protestanti che concludono i loro studi presso i licei scientifici o le scuole tecniche, considerati entrambi più idonei allo svolgimento di professioni industriali o commerciali. Mette anche in risalto la tendenza dei giovani artigiani cattolici a restare artigiani, accontentandosi di diventare magari padroni di bottega, differentemente dai giovani artigiani protestanti che tendono ad occupare le posizioni più elevate nelle fabbriche. Attribuisce queste tendenze ad un carattere spirituale indotto dall’educazione familiare e religiosa.I protestanti mostrerebbero quindi una maggiore tendenza al razionalismo economico. Si afferma che il cattolico è più tranquillo, munito di un minore impulso alla prestazione ed al profitto, apprezza un’ esistenza quanto più sicura possibile, sebbene con minori proventi, più di una vita pericolosa, stressante, ma tale da portare eventuali onori e ricchezze. Lo scherzoso detto popolare suona così : o mangiare bene o dormire tranquillamente. Nel caso presente, al protestante piace mangiare bene mentre il cattolico vuole dormire sonni tranquilli. Ma rappresentazioni così vaghe come la pretesa estraneità al mondo del cattolicesimo ed il preteso gusto della vita materialistico del protestantesimo, e molte altre analoghe, sono inutili, se non altro perché in questa loro generalità non sono affatto precise ed adeguate ,sia oggi, sia per il passato. Non è quindi il gusto della vita a fondare lo spirito del progresso e del lavoro che è possibile attribuire al protestantesimo bensì una sua caratteristica puramente religiosa. Proviamo a questo punto ad avvicinarci alla concezione di cosa possa definirsi come “spirito del capitalismo”: “Considera che il tempo è denaro : chi potrebbe guadagnare col suo lavoro 10 scellini al giorno, e per mezza giornata va a spasso o poltrisce nella sua stanza, anche se spende solo 6 pence per i suoi piaceri ,non deve contare solo questi, deve contare che ha speso altri cinque scellini o meglio li ha buttati via. Considera che il credito è danaro Se qualcuno mi lascia il suo denaro esigibile, mi regala gli interessi o quanto ne posso fare per questo tempo. Considera che il danaro ha una natura feconda e fruttuosa. Il denaro può generare denaro. Cinque scellini, trafficati sono sei, nuovamente impiegati diventano sette scellini e tre pence e così via fino alla somma di 100 sterline. Considera che chi paga puntualmente è il padrone della borsa di tutti. Guardati dal considerare come tua proprietà tutto ciò che possiedi e dal vivere conformemente a tale errore. In questa illusione incorrono molte persone che godono di credito. “ Weber considera questo testo di Benjamin Franklin la vera essenza dello spirito del capitalismo. Colpisce l'idea che il singolo sia moralmente tenuto ad aumentare il proprio capitale. Non si tratta di una semplice tecnica di vita ma di una vera e propria etica. Il capitalismo moderno si differenzierebbe dal capitalismo antico proprio perché possiede questa etica. Il summum-bonum di questa etica: “ guadagnare denaro sempre di più alla condizione di evitare rigorosamente ogni piacere” ha qualcosa di totalmente trascendente e di irrazionale se messo di fronte alla felicità del singolo individuo . Il guadagno di denaro è il risultato e l'espressione della propria abilità nella professione (Beruf). L'idea di un dovere che l'individuo deve sentire nei confronti del contenuto della sua attività professionale è caratteristica dell'etica sociale della civiltà capitalistica, anzi, ne è il fondamento. Il capitalismo moderno seleziona in questo modo i propri soggetti economici, imprenditori ed operai, dei quali ha bisogno .Lo spirito capitalistico si era già dovuto affermare precedentemente con una dura lotta contro ingenti forze nemiche. Quindi il rapporto casuale risulta essere l'inverso di quello che viene postulato dal punto di vista materialistico, non si tratta di una sovrastruttura, ma della struttura che poi influenzerà l’andamento dell’intera economia, esattamente il rovescio di quanto affermato da Marx. La mancanza di scrupoli nell'affermazione del proprio interesse materiale e pecunario era, ad esempio, proprio una caratteristica specifica dei paesi in cui lo sviluppo capitalistico borghese era rimasto arretrato . Ma il capitalismo moderno non può servirsi dell'operaio che abbia fede in un libero arbitrio indisciplinato, e non può servirsi neanche dell'uomo d'affari che abbia un comportamento esterno del tutto privo di scrupoli. Il guadagno senza scrupoli non vincolato veniva prima considerato come un'attività tollerata di fatto, era trattato o come eticamente indifferente oppure come spiacevole ma purtroppo inevitabile. La valorizzazione razionale del capitale nell'impresa e l'organizzazione capitalistica razionale del lavoro dovettero inizialmente scontrarsi proprio con questi ostacoli. Uno dei mezzi tecnici che l'imprenditore moderno impiega per ottenere dai suoi operai la massima efficienza possibile è il cottimo. L'interesse dell'imprenditore è quello di accelerare la produzione e di coinvolgere nell'aumento dell'efficienza i lavoratori, elevando le percentuali dei loro cottimi e ad offrendo quindi loro l'occasione di conseguire, in un breve periodo di tempo, un compenso più alto. Però a volte l'atteggiamento tradizionalista dei lavoratori portava a considerare il compenso più alto meno di quanto venisse considerato il lavoro minore. Ci si basava su quello che bastava per soddisfare i propri bisogni tradizionali. si pensava che l'uomo non vuole guadagnare denaro sempre di più ma vivere come è abituato a vivere e guadagnare il denaro che è necessario. Dal momento che l'appello al senso del guadagno con l'offerta di tariffe salariali più alte falliva, era naturale tentare il mezzo esattamente opposto ossia la riduzione delle tariffe salariali . Questa costringeva il lavoratore a produrre più di prima per conservare lo stesso compenso. Il capitalismo ha percorso anche questa strada, sin dall'inizio e ripetutamente, per secoli interi è stata un articolo di fede la tesi che i bassi salari fossero produttivi, ossia che aumentassero il rendimento del lavoro e che il popolo lavorasse solo perché e finché fosse povero. Ci si basava sulla presenza di un eccesso di popolazione da poter ingaggiare sul mercato del lavoro a basso prezzo. Ma l'aumento quantitativo del lavoro ostacolava il suo sviluppo qualitativo e si opponeva al passaggio a forme aziendali capaci di sfruttare l'intensità del lavoro. Quando occorre far funzionare macchine costose, delicate e facilmente danneggiabili occorrono attenzione ed iniziativa, il basso salario non rende e il suo effetto si rovescia nel contrario di quello voluto. La capacità di concentrazione del pensiero, come il contegno per cui ci si sente moralmente obbligati verso il lavoro, nascono dall'aver ricevuto un'educazione religiosa e specificamente pietistica. Il lavoro viene concepito come Beruf ossia vocazione proprio come esige il capitalismo . Fino a circa la metà del secolo scorso (1800) avevamo una forma di organizzazione capitalistica in ogni senso se si considera il carattere puramente affaristico e commerciale degli Imprenditori, l'intervento indispensabile di capitali che erano investiti nell'impresa, o infine se si guarda al lato oggettivo del processo economico o al modo in cui erano tenuti i libri contabili. Ma era un'economia tradizionalistica, se si considera lo spirito che animava gli imprenditori, il modo tradizionale di vivere, il livello tradizionale del profitto, la misura tradizionale del lavoro, il modo tradizionale di condurre gli affari, il carattere tradizionale dei rapporti con i lavoratori e con una clientela a sua volta sostanzialmente tradizionale. Tutto questo ad un certo punto cambia : Ciò che accade è sostanzialmente questo : un giovane membro di una famiglia di mercanti, imprenditori di città, si reca in campagna, sceglie accuratamente i tessitori di cui ha bisogno, ne aumenta la dipendenza e il controllo, trasforma così questi contadini in operai, ma d'altro lato si incarica personalmente dello smercio, con un approccio quanto più diretto possibile agli acquirenti finali, ai dettaglianti, si procura personalmente nuovi clienti, che va a visitare regolarmente ogni anno, ma soprattutto, adatta la qualità dei prodotti esclusivamente ai loro bisogni e desideri, per renderli gradevoli e appetibili e al tempo stesso comincia ad applicare il principio basso prezzo =grande smercio. In questo modo patrimoni cospicui venivano guadagnati e investiti ripetutamente negli affari. Il vecchio modo di vivere placido e comodo lasciava il posto ad una dura sobrietà . Non fu un afflusso di nuovo denaro a provocare tale rivoluzione, la provocò il nuovo spirito, appunto lo spirito del capitalismo moderno che aveva fatto il proprio ingresso. Non furono quindi speculatori temerari e senza scrupoli o avventurieri economici o semplicemente grandi finanzieri a creare questa metamorfosi . Decisivi per la realizzazione di questo nuovo spirito della vita economica, furono uomini educati alla dura scuola della vita, riflessivi, ponderati e audaci allo stesso tempo, ma soprattutto sobri e costanti, acuti e dediti interamente all'oggetto della loro attività, con intuizioni e principi rigorosamente borghesi. L'organizzazione dell'economia capitalistica esige la dedizione alla vocazione di guadagnare denaro, ma oggi non si ha più bisogno di farsi sostenere dall'approvazione di qualche potenza religiosa. Chi non adatta la condotta della sua vita alle condizioni del successo capitalistico vai in rovina o almeno non emerge. Quello che Weber vuole però appurare è come avvenne, in passato, che furono spezzate le vecchie forme della regolamentazione medievale dell'economia, come fu che si smise di considerare poco degna l'attività del mercante, che veniva vista come turpitudo da Tommaso, passando così a considerare in modo positivo l'attività di lucro e lo spirito del profitto capitalistico . Come fece tutto ciò a trasformarsi addirittura in una “vocazione” ? Certamente parlare in questo caso di rispecchiamento della situazione materiale nella sovrastruttura ideale sarebbe semplicemente assurdo. Il motivo fondamentale dell'economia moderna in genere è stato individuato nel razionalismo economico . Questa è una delle proprietà fondamentali dell'economia privata capitalistica che viene razionalizzata sulla base di un calcolo rigorosamente matematico ed orientata verso il successo economico desiderato in una forma oggettiva e pianificata, diversa dalla vita alla giornata del contadino, e dalla privilegiata routine del vecchio artigiano corporativo ma anche dal capitalismo d'avventura . Lo spirito del capitalismo sarebbe quindi un frutto del razionalismo. ma a ben guardare questa soluzione appare fin troppo semplice La filosofia razionale mondana non ha trovato posto nei paesi capitalisticamente più sviluppati, ancora oggi il volterianesimo è patrimonio comune di vasti strati elevati e medi proprio nei paesi cattolico romani. Se poi intendiamo per razionalismo uno stile di vita , questo era ed è ancora oggi una peculiarità più che mai tipica dei popoli del libero arbitrio quali, ad esempio,italiani e francesi. Noi invece ci dobbiamo concentrare su quello spirito e quel modo concreto di pensare e vivere razionalmente la propria vocazione professionale (Beruf) che risulta così irrazionale dal punto di vista dei propri interessi e che è stato, ed è tuttora, uno degli elementi fondativi della nostra civiltà capitalistica. A Weber interessa proprio l'origine di quell'elemento irrazionale che è insito in questo come in ogni concetto di vocazione. Non si può ignorare che già nella parola tedesca “Beruf”, come in maniera forse ancora più evidente in quella inglese Calling , echeggi una rappresentazione religiosa, quella di un compito assegnato da Dio e che diventa tanto più percettibile quanto più energicamente accentiamo la parola . Ciascuno dei popoli prevalentemente cattolici non conosce un'espressione di tonalità analoga per indicare quello che noi chiamiamo Beruf nel senso di una posizione occupata nella vita, di un ambito di lavoro preciso e circoscritto, insomma di una professione, mentre esiste in tutti i popoli prevalentemente protestanti. La Riforma introduce anche la convinzione che l'adempimento del proprio dovere nell'ambito delle professioni mondane fosse il contenuto supremo cui puntare per la realizzazione della propria persona morale. Nel concetto di Beruf si trova dunque espressione quel dogma centrale di tutte le chiese protestanti che respingono l’ impostazione cattolica. Questa vuole indicare come modo di essere graditi a Dio l’ ascesi monacale, l’impostazione protestante dice invece che il giusto modo consiste esclusivamente nell’adempiere ai doveri intramondani quali risultano dalla posizione occupata dall'individuo nella vita, ossia dalla sua professione, che appunto perciò, diventa la sua vocazione. In Lutero questo pensiero si presenta all’inizio, quando sviluppa l’imperativo: “ sola fide”, con le sue conseguenze e l'implicita opposizione ai consigli cattolici del monachesimo, aumentando l'importanza del Beruf. WWWWWW Ora l'esistenza monacale Non solo è ovviamente priva di qualsiasi valore al fine della giustificazione di fronte a Dio ma diventa anche il prodotto di un'arida insensibilità, di un egoismo che si sottrae ai doveri di questo mondo. L'adempimento dei doveri intramondani in tutte le circostanze sarebbe l'unico modo di essere graditi a Dio e quindi tutte le professioni lecite avrebbero assolutamente lo stesso valore di fronte a Dio. Naturalmente Lutero rifiuterebbe qualsiasi accostamento tra la riforma e lo spirito capitalistico di cui parla Franklin. Dobbiamo infatti ricordare le sue dichiarazioni contro l'usura e contro l’ interesse ,che dimostrano una sua concezione della natura del profitto capitalistico arretrata anche rispetto alla tarda scolastica. L'autorità della Bibbia era nel complesso più favorevole ad un orientamento più tradizionalistico. . Specialmente il Vecchio Testamento predicava che ciascuno si dovesse accontentare del suo sostentamento e dovesse lasciare che gli empi cercassero di guadagnare. E’ questo il senso di tutti i passi che trattano direttamente delle occupazioni mondane. La posizione personale di Gesù è caratterizzata con purezza dalla preghiera “ Dacci oggi il nostro pane quotidiano” ed esclude quindi ogni possibilità che il moderno pensiero del Beruf possa essere collegato direttamente alla sua persona . C'era in lui la convinzione che il singolo dovesse conservare ,in linea di principio, la professione , lo stato, la condizione che Dio gli ha assegnato, e contenere i suoi sforzi, e le sue aspirazioni terrene entro i limiti di questa posizione. In Lutero quindi il concetto di Beruf rimane legato alla tradizione il Beruff è ciò che l'uomo deve accettare a cui si deve adattare perché esprime una disposizione divina. La relazione tra luteranesimo e nuovo spirito del capitalismo quindi, pur esistendo, non può essere considerata una relazione diretta.Dobbiamo quindi prendere in esame forme di protestantesimo dove si possa constatare un nesso della prassi della vita con il punto di partenza religioso più facilmente di quanto non ci consenta il luteranesimo. Già si è parlato del ruolo vistoso del calvinismo e delle sette protestanti nella storia dello sviluppo capitalistico . Già Lutero aveva visto nell'opera di Zwingly uno spirito diverso dal proprio, i suoi discendenti spirituali ebbero analoga reazione di fronte al calvinismo. Ancor di più il cattolicesimo ha considerato il calvinismo come suo vero nemico per la concezione del rapporto tra religione e vita terrena che è molto diversa sia da quella cattolica che da quella luterana. Ciò non può essere tuttavia inteso nel senso che noi ci attendiamo che uno dei fondatori o degli esponenti di queste comunità religiose si prefiggesse già lo scopo di destare quello che qui chiamiamo Spirito capitalistico in qualsiasi senso. Che uno qualsiasi di loro avesse addirittura considerato come un valore etico la ricerca di beni terreni, concepita come fine a se stessa, non lo potremmo certamente credere. La salvezza dell'anima ed essa soltanto fu la pietra angolare della loro vita e del loro operato. I loro scopi etici e gli effetti pratici della loro dottrina erano tutti ancorati qui, e tutti erano solo conseguenza di motivi puramente religiosi. Quindi dovremo rassegnarci al fatto che gli effetti che la riforma ebbe nella storia della civiltà in buona parte fossero conseguenze impreviste e persino non volute del lavoro dei riformatori, le quali spesso erano molto lontane o addirittura in contrasto con tutto ciò che essi stessi si prefiggevano. Non è lecito difendere una tesi eccessivamente dottrinaria che vuole che lo spirito capitalistico sia potuto sorgere solo come esito di determinati influssi della riforma. Un'opinione siffatta sarebbe confutata una volta per tutte dal fatto risaputo che certe forme importanti di aziende capitalistiche e di modi capitalistici di condurre gli affari siano notevolmente più antichi della riforma. Si deve solo assodare in che misura influenze religiose abbiano partecipato alla configurazione di quello spirito nel mondo. . Fondamenti religiosi dell’ ascesi intramondana Abbiamo quattro specie di esponenti storici del protestantesimo ascetico: 1- il calvinismo 2- il pietismo 3- il metodismo 4- le sette nate dal Movimento Battista. Il metodismo nasce in Inghilterra a metà del 1700, il pietismo nasce in inghilterra ed in Olanda sullo stesso terreno del calvinismo . Calvinismo e battismo nascono profondamente divisi ma poi si avvicinano gradualmente l’uno all’altro. i dissensi dogmatici, persino quello sulla dottrina della predestinazione e della giustificazione, si combinano tra loro nelle maniere più svariate. La concezione della vita etica si combina, in queste chiese, nelle maniere più diverse , su basi dogmatiche altrettanto diverse. A noi interessa però ricercare gli impulsi psicologici creati dalla fede religiosa, quel pensiero dell’al di là che riusciva ad influenzare la vita pratica. Il calvinismo prevedeva la dottrina della predestinazione degli eletti e gli effetti di questo dogma sarebbero risultati di estrema rilevanza. “De libero arbitrio”- l'uomo con la sua caduta nello stato di peccato ha perduto interamente ogni capacità di volere alcunché di spiritualmente buono e tale da comportare la beatitudine, tanto che un uomo per natura è interamente deviato dal bene, è morto nel peccato e quindi incapace di convertirsi o anche solo di prepararsi alla conversione . Dio con la sua decisione ha predestinato alcuni uomini alla vita eterna e altri ne ha predestinati alla morte eterna .Quelli del genere umano che sono predestinati alla vita Dio li ha eletti puramente per libera Grazia e amore e non perché sia stato indotto dalla previsione della fede o delle buone opere o della perseveranza nell'una o nelle altre .Per quanto concerne gli uomini malvagi o empi che Dio nella sua qualità di giusto giudice accieca e indurisce a causa dei peccati precedenti, non solo toglie loro la sua Grazia, che avrebbe potuto illuminarne l'intelletto e conquistarne i cuori, ma talvolta li priva anche dei doni che già avevano, li abbandona alle loro proprie voglie alle tentazioni del mondo e alla potenza di Satana . Milton Ebbe a dire :” potrei anche andare all'inferno ma un dio del genere non èstorcerà mai la mia considerazione” . A noi però non importa la valutazione ma l’effeto storico di tale dogma. Lutero aveva espresso analoga convinzione nella sua Libertà del cristiano, ma poi aveva sempre più posto in secondo piano tale concetto nel corso della sua vita. Melantone invece la rifiutò pensando che la grazia perduta si potesse riacquistare, Calvino puntò invece fortemente sull’importanza di questa dottrina. Il Decretum horribile prevede che gli uomini esistano in funzione di Dio, e che solo una piccola parte di loro possa essere chiamata alla beatitudine. Sottoporre a criteri di giustizia le disposizioni di Dio sarebbe assurdo. L’uomo si trova quindi ad essere solo di fronte al suo destino, nessun predicatore può aiutarlo, nessun sacramento può salvarlo, nessuna Chiesa può intervenire perchè anche Cristo è morto solo per gli eletti. Il mondo è destinato a questo e solo a questo : a servire all'autoglorificazione di Dio. Il Cristiano eletto esiste allo scopo e solo allo scopo di accrescere la gloria di Dio nel mondo per parte sua eseguendo i suoi comandamenti, ma Dio vuole l'opera sociale del cristiano poiché vuole che la conformazione cristiana della vita abbia luogo secondo i propri comandamenti e in maniera da corrispondere a quello scopo . Proprio perché in ultima analisi l'amore del prossimo può essere solo servizio per la gloria di Dio e non servizio per la creatura, esso si esprime in primo luogo con l'adempimento dei compiti professionali dati dalla lex naturae e assume così un peculiare carattere oggettivo e impersonale: quello di un servizio reso alla configurazione razionale del Cosmo sociale che ci circonda . Nasce quindi la domanda : sono io un eletto? come posso saperlo ? Ovunque si affermò la dottrina della predestinazione ,cercò di individuare segni certi della propria appartenenza al numero degli eletti. Si afferma quindi che “è proprio dovere ritenersi eletto”, ed occorre compiere il proprio lavoro professionale in maniera indefessa per avere questa sicurezza di sè. Nell'idea luterana la massima esperienza religiosa è data dall'unione mistica con la divinità. E’ infatti con l’ingresso del divino nella propria anima che il religioso percepisce sè stesso come un vaso riempito dalla potenza divina.Divina. Si può controllare il proprio stato di grazia confrontando lo stato della propria anima con quello che era lo stato d'anima degli eletti nella Bibbia, ad esempio dei patriarchi. Solo un eletto è in grado di accrescere la gloria di Dio con opere buone realmente e non soltanto in apparenza, perché solo lui poggia su una forza che gli deriva dalla grazia. Le buone opere quindi non servono per conseguire l'eterna beatitudine,ma sono indispensabili solocome segni della propria elezione, non sono quindi il mezzo per acquistare la salvezza, ma quello per liberarsi dall'angoscia di non riuscire a conseguirla. L'ideale di una vita condotta secondo fermi principi viene indebolito da uno strumento di potere come il sacramento della penitenza profondamente radicato nella religiosità Cattolica. La Grazia sacramentale della chiesa impediva la completa liberazione dal mondo della magia. L'uomo pentito e contrito poteva espiare e sperare nella grazia. Per il calvinista non c'è conforto umano e non può neanche sperare di compensare errori con opere di bontà. Il dio del calvinismo non chiede singole opere di bontà ma una santità eretta a sistema. La definizione di metodisti non è affatto casuale La vita va indirizzata verso una meta trascendente che è la beatitudine, però nel suo svolgersi terreno deve tendere all'esclusivo scopo di accrescere la gloria di Dio sulla terra. Ci si emancipava così dalla fuga dal mondo tipica di alcuni ordini monastici e si sviluppava un sistema di vita totalmente razionale capace di sottrarre l'uomo al potere degli impulsi irrazionali e della dipendenza dal mondo e dalla natura per renderlo adatto al servizio del regno di Dio. Una vita eticamente non sistematica non raggiunge i sommi ideali . Si costruiva quindi una diga contro la fuga ascetica dalla vita quotidiana e si spronava e a seguire ideali ascetici nella vita professionale e nel mondo, A questo veniva aggiunta la necessità della comprova della fede data dalla vita professionale mondana. Alla Grazia Divina degli eletti non si addice l'indulgenza di fronte ai peccati del prossimo bensì l'odio e il disprezzo ontro chi è considerato un nemico di Dio e reca in sé il segno della Dannazione. Dal punto di vista dottrinario la dignità dell'Antico Testamento era perfettamente pari a quella del nuovo Il diario religioso era utilizzato dai Cattolici anche sotto forma di tabelle aveva lo scopo di completare la penitenza e offrire la base per poter guidare autoritariamente il Cristiano. Per il riformato il diario religioso è gestito direttamente dal credente che da solo sente il polso della sua anima. Appunto questa metodica fu Imposta dal calvinismo non da luteranesimo . La “grazia ammissibilis” luterana poteva essere sempre riconquistata con il pentimento . L'elezione per opera della Grazia è stato il punto di partenza per quella corrente ascetica che normalmente viene definita pietismo , Il legame fra la dottrina della predestinazione e il pensiero della comprova con il sottostante interesse ad acquistare la certitudo salutis è assicurato dallo sviluppo pietistico della dottrina autentica di Calvino. L'orientamento del bisogno religioso nel senso di un'affettività, di uno stato sentimentale interiore contiene un minor impulso alla razionalizzazione dell'agire nei confronti di quel bisogno di conferma volto solo all'aldilà che è proprio dei santi riformati . Nel complesso il pietismo si mosse nel senso di accentuare sempre più il suo carattere sentimentale. Le virtù coltivate dal pietismo erano quelle che potevano sviluppare da un lato il ligio impiegato pubblico o privato, l'operaio e l'industriale con produzione domestica professionalmente seri, e dall'altro datori di lavoro con una mentalità prevalentemente patriarcale che si rimettevano volentieri a Dio, invece il calvinismo appare più affine al duro senso giuridico e attivo dell'imprenditore capitalista Borghese. Il riferimento canonico qui è a Giovanni 3,9 : Chiunque è nato da Dio non persiste nel commettere peccato, perché il seme divino rimane in lui, e non può persistere nel peccare perché è nato da Dio. In questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio; come pure chi non ama suo fratello. Per i Battisti la giustificazione mediante Fede consisteva nella protezione interiore della sua opera di redenzione attraverso una rivelazione individuale che veniva attuata dallo spirito divino nell'individuo. I rigenerati ed essi soltanto sono fratelli di Cristo poiché come lui sono stati direttamente generati nello spirito da Dio, ne conseguiva, per le prime comunità di Battisti, la regola di evitare rigorosamente il mondo ossia ogni rapporto non indispensabile con la gente del mondo. Si credeva Comunque nella sopravvivenza della parola non nel senso di un documento scritto ma come forza dello Spirito Santo che opera nella vita quotidiana dei credenti parlando a chiunque voglia ascoltarlo e questo era il contrassegno della vera chiesa,veniva in tal modo negato il valore di tutti i sacramenti come mezzi per conseguire la salvezza. Solo la luce interiore della perdurante rivelazione consentiva di comprendere le rivelazioni bibliche di Dio e l'azione di Dio poteva estendersi anche a uomini che non avessero mai conosciuto la rivelazione nella sua forma biblica . Si puntava all'educazione alla quieta ponderazione del proprio agire e all'accurato esame della propria coscienza individuale. Si eliminava radicalmente ogni magia.La condotta di vita battista era così spinta sui binari della vita professionale a politica . In tutte queste concezioni religiose è implicito implicita la concezione dello stato di Grazia religioso come di uno status che libera l'uomo dalla condanna del creaturale e il cui possesso non poteva essere garantito da mezzi magico sacramentali ma solo comprovato da una certa forma di esistenza da una condotta di vita specifica indubbiamente diversa dallo stile di vita dell'uomo naturale. Questa forma di vita speciale non si svolgeva più al di fuori del mondo in comunità monastiche, ma all'interno del mondo e dei suoi ordini. Non viene condannata la ricchezza quello che viene condannato è l'adagiarsi nel suo possesso : il godimento della ricchezza con la sua conseguenza di ozio e di concupiscenza. soltanto l'agire serve alla gloria di Dio perdere tempo è il primo di tutti i peccati . Anche la contemplazione inattiva è quindi meno gradita a Dio della esecuzione attiva della sua volontà nella professione, alla contemplazione è destinata alla domenica. Anche nel matrimonio i rapporti sessuali sono ammessi solo come mezzo voluto da Dio per accrescere la sua gloria secondo l'imperativo siate fecondi e moltiplicatevi . La specializzazione delle professioni favorisce l'abilità del lavoratore e porta all'aumento qualitativo e quantitativo della prestazione lavorativa mirando al bene comune che sarebbe quello del maggior numero possibile di individui. Una professione stabile è la cosa migliore per tutti, chi non ha una professione manca di quel carattere metodico sistematico che l'ascesi intramondana esige. Dio non pretende il lavoro in sé, ma il lavoro professionale razionale e metodico. Se Dio vi indica una via dove voi senza pregiudizio per la vostra anima o per altri, Secondo la legge, potete guadagnare di più che seguendo un'altra strada, e se voi la rifiutate e seguite il cammino che apporta un guadagno minore, Allora voi contrastate uno degli scopi della vostra chiamata, voi rifiutate di essere amministratori di Dio, e di ricevere i suoi doni per poterli usare per lui, se lo dovesse richiedere. certamente non per scopi di concupiscenza o di peccato, bensì per Dio, voi avete il diritto di lavorare al fine di essere ricchi. Anche il piacere di beni utili esclusivamente al godimento estetico o sportivo veniva considerato lecito solo al patto che non costasse nulla. Occorre rendere conto di ogni centesimo concesso dalla grazia di Dio ed indirizzarlo quindi alla sua gloria e non al proprio godimento. viene condannato il godimento spensierato del possesso e viene ristretta l’area del consumo, particolarmente del consumo di lusso. Non veniva proposta la mortificazione della carne, ma l’uso dei propri beni per scopi necessari o utili. Il risultato finale di tutte queste pulsioni è la formazione del capitale basata sulla coazione ascetica al risparmio. Con la coscienza di godere pienamente della grazia d Dio e di essere visibilmente benedetto da lui, l’imprenditore borghese poteva perseguire i suoi interessi lucrativi, e anzi doveva farlo,, a condizione di mantenersi entro i limiti della ricchezza formale, di vivere in maniera eticamente ineccepibile, e di non fare un uso scandaloso delle proprie ricchezze Considerare il lavoro come Beruf divenne un atteggiamento caratteristico sia dell’operaio moderno, sia del imprenditore alla ricerca del profitto. Quando l’ascesi passa dalle celle conventuali alla vita professionale e comincia a trionfare nella vita pubblica, porta all’edificazione di quel potente sistema dell’economia moderna che si basa sui presupposti tecnico-economici della produzione meccanica.In questo modo però la ricerca del profitto viene spogliata del senso etico religioso, del quale non ha più bisogno, e tende ad associarsi con impulsi di tipo competitivo non del tutto divrsi da quelli riscontrabili nello sport. Weber sottolinea di aver cercato di evidenziare soltanto uno degli elementi che hanno plasmato la civiltà moderna, affermando che. “tuttavia non è ovviamente lecita l’intenzione di sostituire un’interpretazione casuale della civiltà e della storia unilateralmente materialistica con un’interpretazione spiritualistica altrettanto universale. Entrambe sono ugualmente possibili, ma nè l’una nè l’altra giovano alla verità storica, se pretendono di non essere un semplice lavoro preparatorio, ma la stessa conclusione della ricerca.

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